martedì 30 novembre 2010

Tanti auguri a me.

Elenco delle cose importanti che ho imparato in questi 28 anni di vita  
  • che non esiste coraggio più grande dell'allegria;
  • che leggere che è il modo più economico di viaggiare;
  • a prendermi cura di me stessa, fuori ma soprattutto dentro;
  • che si può amare disperatamente qualcuno anche se si è disperatamente diversi (ma non so ancora se l'amore basta);
  • che un figlio è un altro te stesso che vuoi rendere più felice;
  • che non bisogna avere paura. mai.
  • che tutti, sempre si lamentano di qualcosa;
  • che la felicità è banalmente nelle piccole cose;
  • che ci sono cose che, campassi 100 anni, non si dimenticano mai;
  • che a 28 anni sei una mamma giovane, ma un'universitaria in ritardo;
  • che l'onestà è la pulizia dell'anima;
  • che si può crollare e ricominciare;
  • che le cose che non ti stanno nel cuore, svuotano lo stomaco;
  • che la vita non passa due volte;
  • che non importa avere tutto quello che si vuole, ma volere tutto quello che si ha.
Tanti auguri a me, ai miei dubbi alle mie insicurezze, alle mie certezze alle mie allegrie e alle mie lacrime.

giovedì 25 novembre 2010

Come te nessuno mai

Serata coccolosa.
Abbracciati sul divano a guardare Peter Pan: il Babusso ed io.
Al Babusso Trilly è piaciuta in maniera esagerata, gli sbarluccicavano gli occhi a guardarla...

"E' bella Trilly amore?" gli ho chiesto dopo un po'..

e lui,con gli occhi fatti a cuore: "Si mamma, è bella come te".

Oggi piove ma per me che sono ancora totalmente, irrazionalmente, profondamente inebetita dalla manifiestazione plateale dell'avvento del complesso di Edipo, fuori splende il sole.

mercoledì 24 novembre 2010

So this is (easy) Xmas??

E ci siamo quasi. La grande corsa natalizia ormai è alle porte. Anzi ad essere sinceri per qualcuno è già iniziata.
Io dopo una vita da ritardataria del Natale, quest'anno ho voluto prendermi in anticipo. Una nuova strategia. Chissà se funziona. Ho già iniziato a fare i regali. In genere non ne voglio sapere niente almeno fino al 1 dicembre, giorno successivo al mio compleanno e finisco la sera della vigilia con la lingua che striscia a terra e le vesciche ai piedi per le troppe corse fatte al pomeriggio.
L'obiettivo quindi è arrivare al giorno X fresca e riposata senza la consueta ansia e le frenetiche e demenziali performance che hanno caratterizzato la mia settimana santa da che ho memoria.
Un cambio epocale, una specie di rivoluzione copernicana del mio modo di essere... ricordo vigilie frenetiche tra pacchi e pacchetti finite all'ora dell'aperitivo con uno sprizt in mano ubriaca soprattutto di stanchezza, rotolandosi dalle risate per cose assurde insieme alle amiche.
Ma anche crisi di panico e litigate non da poco.

L'operazione "easy xmas" dovrebbe portare i seguenti vantaggi:
1)scegliere regali più pensati, quindi più appropiati e non da ultimo più economici.
2) spalmare sugli stipendi di ottobre- novembre-dicembre la spesa senza la consueta mazzata determinata da fare tutti gli aquisti in 2 giorni.
3) avere tempo di fare dei bei pacchi e di scrivere i bigliettini.
Na pacchia insomma. Una goduria pazzesca e perchè non ci ho pensato prima.

Conoscendomi i rischi sono i seguenti:
1) cambiare idea molte volte su tutti i regali. O comprarli ed essere convintissima salvo poi che in una qualunque conversazione prenatalizia venire a sapere che il dono prescelto per la tot persona le fa schifo con conseguente dubbio amletico: lo cambio o non lo cambio???
2) partire accelerando e arrivare comunque in ritardo con la devastante possibilità di pensare a Natale per 2 mesi filati e in più dover correre la vigilia ( questo è il rischio più probabile.)
3) in tutta questa organizzazione del compra, impacchetta, imbiglietta dimenticare qualcuno: ma qualcuno di fondamentale..tipo tua madre che si smazza il Babusso minimo 4 ore al giorno e che è reperibile in qualunque momento, o il Babusso stesso.
.. insomma come si dice il progetto è in fase sperimentale.. ai pro e ai contro ci pensiamo dopo Natale.

venerdì 19 novembre 2010

i giorni neri

I giorni neri arrivano a coppie.
Non riesci a vederne la fine.
I giorni neri ci si chiede un sacco di perchè, ci si sente stanchi e demoralizzati, non ci si alzerebbe mai dal letto.
Nei giorni neri ti parlano ma tu non senti, la vita ti scivola accanto e tu non la riesci a gustare.
I giorni neri fai fatica a respirare, a scrivere, a cucinare, a strirare perfino a giocare.
E poi capita pure che alla fine di qualche giorno nero arriva un virus intestinale e ti mette ko.
E allora ti chiedi: ma chi me lo fa fare?

domenica 14 novembre 2010

Mamma degenere 2010

Ho vinto il concorso.
Sono stata eletta "mamma degnere 2010" dal forum di alfemminile "bimbi nati nel 2008".
Ecco non ho vinto proprio solo io, c'è stato un ex- exquo (si scrive così??), fatto sta che ho ricevuto un gran numero di voti.
Queste si che son soddisfazioni, eh.

A farmi guadagnare la vittoria, questo episodio:
Babusso aveva la febbre e poco più di un mese. Previa consultazione telefonica del pediatra gli abbiamo somministrato la tachipirina. Da 125gr. Si è sfebbrato, si è addormentato.. e non si svegliava più. Siamo corsi al pronto soccorso dove, in seguito a tutte le analisi del caso, ci hanno detto "Niente di preoccupante, la tachiprina non è dannosa nemmeno in sovradosaggio.". Morale? lo abbiamo drogato. Il primo vero viaggio della sua vita glielo abbiamo fatto fare noi... 

Ma anche questo è stato determinante
Quest'estate al mare eravamo nella piscina dei grandi dell'albergo. Babusso voleva andare in quella dei piccoli. L'ho seduto sul bordo della piscina e sono uscita anch'io.. il tempo di girarmi e lui non c'era più. Guardo e sul fondo della piscina vedo un costumino blu e una testina bionda. Ho fatto il tuffo più veloce della mia vita. Lui non ha nemmeno bevuto, sarà stato sotto 5 secondi in tutto.. ma che spanvento

E qualcuna mi ha votato anche per questo.

era notte gli ho infilato il body pulito senza accorgermi che dentro c'era una cimice. La mattina dopo sapeva un odore infernale...
Insomma, c'era solo l'imbarazzo della scelta. Uno leggeva il mio post, si faceva due risate, sceglieva l'episodio preferito e il voto arrivava liscio come l'olio.
E che non ho raccontato di quella volta che...
Beh lasciamo perdere.
Questo concorso mi ha divertita enormemente, non ho solo fatto ridere ho anche riso molto.
Tutti o quasi i post erano incentrati su episodi di distrazione e di poca dimistichezza con il mondo del neonato e del bambino e le situazioni che ne sono scaturite sono ovviamente estremamente comiche.
C'era la forumina a cui la bimba è scivolata sul marciapiede dal passeggino, in maniera indolore e senza alcun suono così che una passante l'ha apostrofata "signora ha la bambina per terra"... esilarante.
(e infatti con quest'unico episodio questa è la mamma che divide con me corona, onori ed oneri), quella, di scuola fantozziana, che ha lasciato andare il passeggino in discesa con conseguenti 100 metri del marito per evitare l'impatto pupo-veicoli della strada sottostante, la GENIALE madre che chiede alla figlia di giocare a nascondino per avere un po' di quiete e aspetta 5 minuti prima di andarla a cercare....
Ecco mi sono sentita eleggere da una giuria di mie pari.. mamma degenere.. ma è un po' come se mi avessero eletta mamma pasticciona, mamma imbranatella...
.. certo niente di cui andare fiere ma nemmeno di cui vergognarsi troppo.. si sbaglia si impara e ringraziando tutti gli angeli custodi del caso nessun errore è stato irreparabile.
Mamma degenere, no, non mi ci sento però.
Le mamme degeneri per me sono altre.
Sono quelle che non giocano e non ridono mai, o che almeno lo fanno poco. Quelle che hanno sempre qualcos'altro di più urgente o di più importante da fare rispetto a sedersi ed osservare il miracolo di un bambino che cresce.
Magari lavano spesso le manine, soffiano i nasi e i loro bambini hanno la tuta pulita sempre.
Magari cucinano manicaretti biologici, hanno usato i pannolini ecologici e li curano solo con medicine omeopatiche.. ma sono concentrate più sul loro essere mamme che sui loro bimbi.
Sono quelle che sono sempre le protagoniste.
O quelle che pensano che l'infanzia sia una buffa malattia da cui guarire al più presto.
Quelle che aspettano sempre il dopo, il domani perchè l'oggi per loro è sempre noioso e pesante.
Vogliono che i figli parlino, camminino, mangino da soli e tolgano i pannolino.
Hanno fretta che vadano all'asilo o meglio alle elementari. Che abbiano 13 anni così finalmente vorranno uscire con i loro amici. Che abbiano 18 anni così saranno responsabili delle loro azioni.
Il loro must è uno solo: cresci in fretta.
Ne conosco di queste mamme.
Non tante ma abbastanza da capire che non sono fenomeni isolati di donne insoddisfatte da maternità precoci o involontarie, paradossalmente, anzi loro questa condizione spesso l'hanno scelta.
Eppure non sanno viverla, non sembrano goderla, la strutturano troppo.
Sono piene di ansie, ma non pongono domande, sono convinte di non fare mai errori, ma non sono felici.
Non sanno ridere del loro essere madri.
Non hanno mai dubbi.
E in fondo forse è tutto lì, perchè a me, cresciuta alla scuola dell'indecisione, che sono diventata donna senza accorgermente e mamma senza averlo mai progettato, a me che sono aggrovigliata, e opposta e a volte inconciliabile, che ho sempre mille domande e poche risposte e che ci provo con l'unica speranza che nessuno si accorga mai di quanto sono impreparata e spaventata e goffa e pasticciona.. chi non dubita, chi crede di non sbagliare, chi non ride di se stesso, chi vive di pane e sicurezze, chi ha sempre la risposta pronta e ne sa sempre di più da una sensazione strana e strisciante di inquietudine.
Forse sono strana, ma chi non dubita non mi sembra una persona seria.

venerdì 12 novembre 2010

Il dundista

Il Babusso ha sempre avuto una predilizione per la nudità.
Fin da quando aveva pochi mesi una delle tecniche escogitate per calmarlo era estrarre un piedino dalla tutina e accarezzarlo e baciarlo con intervalli di carrezine.
Gli strilli diventavano gorgheggi di felicità.
In piena (sua) crisi isterica e in quasi (mio)esaurimento nervoso presa da non so quale raputus a circa 5 mesi gli tolsi il pannolino.
Dal pianto alla beatitudine.
Supponemmo un eritma da pannolino abbastanza fastidioso, ma niente avvalorava quella tesi.
Crescendo e aumentando la sua possibilità di muoversi e di comunicare ci siamo ben presto resi conti che era la nudità il suo stato ideale.
"Dundo" è stata una delle sue prime parole, accompagnata da fughe chiappe al vento. Ancora adesso a 25 mesi essere "dundo" è una delle cose più gratificanti.
Finita la seduta sul vasetto una corsetta tutto dundo non gliela toglie nessuno.
"Io coo dundo come Milito" esclama. (ora mi produrrò in una corsa sfrenata come il mio idolo interista Diego Alberto Milito, che notoriamente conosce come me la gioia di stare nature)
Chi l'ha convinto che Milito corre con i gioielli di fuori è ancora da scoprire.
Questo suono così musicale, questa parola così amata è speciale è entrata piano piano a far parte della nostra vita e del nostro lessico.
Più di una volta sia io che suo padre lo abbiamo apostrofato "Non stare con i piedi dundi" ,"Vieni a vestirti se stai tutto dundo prenderai il raffreddore" o ancora "Come sei bello dundo."

Stasera l'ho accovacciato nel suo lettino, gli ho dato un bacio poi un altro e un altro ancora.
E poi gli ho tolto le calze antiscivolo.
"Si mamma- mi ha detto con la solita espressione estatica- i piedi NUDI"
Ho provato l'impulso subitaneo di correggerlo, di fermarlo, di non farlo continuare sulla strada della crescita, di pensare che per un altro po' i suoi piedini, li unici al mondo, sarebbero stati ancora dundi.

mercoledì 10 novembre 2010

Certezze incrollabili

Il Babusso ha 2 anni e 1 mese.
Capelli biondi e occhi verdi. Un metro e 15 chili. E dentro un bambino di 2 anni.
E' sempre stato un bambino tranquillo, e nella media. Anche precoce in alcune cose....
in quasi tutte le cose.
A parte la nanna.
(il mio personale girone dell'inferno è un posto dove non si dorme mai...)
Crescendo,peggiora.
Dopo un periodo di coosleeping intenso dell'inverno scorso, a primavera era stato opportunatamente rieducato al suo letto.
Con sessioni estenuanti ma per fortuna senza lacrime, in cui dalla veglia al sonno passavano anche 45 minuti o più.
Con l'avvento dell'autunno e la ripresa della corsa universitaria con conseguente sballo orario per chiunque le cose sono peggiorate (ma va),
ma in modo così impercettibile, così lento, silenzioso e strisciante che non ne avevo calcolato la portata fino a ieri sera...
"Dai nano è ora di andare a dormire"
con insolita docilità si lascia condurre al rito pre-nanna: denti, pigiama,pipi, letto.
"doccino d'acqua, mamma"..(ho la gola arsa mamma, gradirei un po' d'acqua) +
lo disseto "Grazie mamma"
"Un atto bacino poi nanna" (per parafrasare un noto cantante madre: baciami ancora baciami ancora)
"Buonanotte amore, ci vediamo domani mattina" recito, commosa da tanta arrendovolezza al sonno
"Notte mamma... papà poi viene a pendemi" (va bene. Poi però posso venire nel lettone?)
"No amore, ci vediamo domani mattina.. i bimbi dormono nel loro lettino lo sai. Buonanotte."
"Notte mamma. io bene" (buonananotte mama, ti voglio cmq bene anche se mi lasci solo in questo lettino)
Silenzio.
Silenzio.
 ... "Mamma.. poi papà viene a pendemi sai" (non preccuparti madre tra qualche ora a seguito di un microrisveglio qualsiasi e a qualche opportuno lamento mio padre, quel santuomo, striscerà fuori dal suo letto e mi porterà nel vostro e noi ci vederemo lì e condivideremo cuscino, saliva e calci fino a mattino come succede ormai da un mese a questa parte.
            Ma tu non te ne sei ancora accorta.)

lunedì 8 novembre 2010

Sintonizzazione fallita.

Questa mattina è stata buttata giù dal letto.
Strappata a viva forza dal giaciglio accogliente del sonno. Come ogni giorno negli ultimi due anni.
Il vagito del neonato prima, il chiamare del bambino ora, il suono della sveglia oggi.
E' entrata nella giornata strisciando sui gomito come insegnano in ogni corso di sopravvivenza che si rispetti.
Nei primi 30 minuti compiuto più attività di quelle che, in un'altra vita in un altro tempo, avrebbe svolto in una settimana.
-lavata- vestita- mangiata- truccata- fatti i letti-lavastoviglie fatta partire-
Ha indugiato un attimo sulle soglie del sonno del piccoletto prima di strappare anche lui a Morfeo e di incanalarlo nella routine - lavato-vestito-mangiato (e ringrazia che il tuo letto lo faccio io).
Poi insieme all'Uomo di casa si è catapultato nel mondo reale, con il nano in braccio...
Piove.
Monta in macchina, aggancia il seggiolino,
stasera andiamo a fare la spesa ho finito il gel mancano anche le pile guada coieia gande ma come guida sto imbecille ora perdo il treno guada camion gande mamma i mancava il vigile ecco sono arrivata, si ciao amore grande, ciao amore piccolo, ciao ciao buon lavoro buona nonna...
Poi è montata in treno. In un mondo ovatatto fatto di calore e silenzio per qualche fermata e di chiacchere e risate poi.
Di universitarie della prima ora (non della seconda o della terza come lei) che parlavano di feste, di capodanni e di hallowen, di locali di cui lei non conosce più il nome e di tradizioni dalle quali è totalmente esclusa. Unghie laccate, capelli profumati e zaini eastpak a profusione. 
Discorsi etilici. 
E così è continuato il resto della giornata, con le compagne del tirocinio lì a parlare di esami, di feste e di palestre e la mente alla lista della spesa e alle lavatrici da asciugare..
E per un attimo, un attimo solo si è sentita così sbagliata
come davanti a una televisione guasta che sovrapponeva continuamente due canali: la sua vita come sarebbe dovuta essere a ventanni.. e la sua vita come dovrebbe essere a trenta...   
l'adolescenza e la maturità in onda nello stesso momento. E non calzare bene in fondo nessuno dei due ruoli.
Cosa sono io?- si è chiesta-
l'universitaria attempata o la mamma giovane? la moglie di oggi o la ragazza di ieri? sono da crodino o da martini? da palestra o da divano? da minestrina alle 19.30 o da happy hours? da giochi al parco o da musei? da cinema o da dvd disney?...
gli interrogativi inquietanti di questa giornata mal sintonizzata le fluttuano ancora per la mente.

domenica 7 novembre 2010

Domenica di pioggia

Sembra essere una costante delle ultime settimane.
Domenica e piove.
La pioggia mi è sempre piaciuta.
Un motivo in più per stare sotto le coperte, per coccolarsi, per amarsi... per bere il te caldo...
Ora con il nano è tutto diverso.
Non migliore, non peggiore. Diverso.
Ci sono le costruzioni e i cartoni animati. I libretti da leggere e le coccole. La minestrina e il bagnetto. Tempo che organizzi ma che non ti appartiene più.
Che vivi ma soprattutto che doni.
Che riempi e che impieghi.
Oggi abbiamo passeggiato sotto la pioggia. Con il tuo nuovo ombrellino azzurro.
Oggi ho cucinato io il brodo di pollo che mia mamma faceva per me quando ero bambina.
Ti ho guardato camminare qualche passo avanti a me e a papà e ho pensato che hai 2 anni.
Due
2
Due anni.

sabato 6 novembre 2010

uno più uno

Due.
è un concetto quanto meno interessante.
Questo è il blog numero due che provo a scrivere.
Due sono gli occhi con cui guardo il mondo, le orecchie con cui lo ascolto, le mani con cui tento di modificarlo.
Due sono gli anni di mio figlio.
Due sono i figli che vorrei avere forse un giorno, ancora non so...
Due sono gli anni che mi mancano a terminare gli studi, per poter finalmente mettere in cantiere quel benedetto figlio numero due senza troppi problemi e preoccupazioni..
Due o forse duemila sono i problemi che mi faccio ogni giorno per tutte queste cose.

nella mia vita adesso tutto si declina sotto il numero due. O almeno sembrerebbe così.